Antonio e la moglie della Cantina Bosco Sant’Agnese producono dal 2015. La prima vinificazione è stata nel 2017 e il primo imbottigliamento nel 2019 ma le viti sono molto vecchie, sempre di famiglia.
I vigneti sono al centro del Sannio, tra l’Irpinia e la provincia di Avellino, su colline a 400 metri sul livello del mare. Da li si forma un altipiano che consente alla vigna una costante esposizione alla luce del sole, quindi pochi o nessuno i problemi di umidità e relativi parassiti. In totale, gli ettari vitati sono 5.
Negli anni scorsi la cantina ha avuto la collaborazione di Michele Lorenzetti per applicare i metodi biodinamici in vigna prima di tutto, e poi in cantina, soprattutto per rispettare la biodiversità e rispettare la salubrità del terreno su cui sono impiantate le vigne. In cantina si effettuano fermentazioni spontanee grazie alla pulizia ed alla cura che si dedica in vigna all’uva.
I vini che abbiamo inserito a listino e che degustiamo insieme al produttore sono i seguenti:
- COVANTE 2020: coda di volpe per l’85% e restante greco, raccolti nello stesso periodo (anche se hanno tempi di maturazione diversi) per equilibrare le caratteristiche organolettiche dei due vitigni. La coda di volpe matura prima mentre il greco va oltre la metà di ottobre perché ha molta acidità, poi ovviamente dipende dall’annata. Vinificati in acciaio. Filtrato prima dell’imbottigliamento per togliere impurità, giallo dorato, bel naso delicato ma intenso, al palato equilibrato. La solforosa viene aggiunta un pochino sull’uva all’entrata in cantina ed in pre imbottigliamento, per livelli che si attestano comunque sempre al di sotto dei 50mg/l. L’annata 2021 è più fresca e aromatica, meno sapida e
strutturata della 2020. - FEDERICIANO 2021: piedirosso che ha la particolarità di non raggiungere mai dei livelli di alcolicità elevati. Macerazione per 15 giorni sulle bucce, poi pressatura soffice per estrarre il succo e vinificato in acciaio. Rosso scuro, al naso frutti rossi piccoli, in bocca una bella acidità, tannino fine ma può ancora migliorare in bottiglia.
- COPPACORTE 2021: barbera del beneventano in purezza, raccolta precocemente verso la prima metà di settembre, pressatura soffice e poi fermenta in legno per cercare di estrarre il più possibile le sostanze caratterizzanti; affina in acciaio per un anno.
Rosso rubino scuro, al naso si percepiscono sentori dolciastri, sulla falsariga del Lacrima di Morro d’Alba, ma in bocca spicca l’acidità, il corpo e la struttura tipica del vitigno.
È il vino è simbolo del territorio e che ne rappresenta al meglio le caratteristiche (una curiosità, il nome prende spunto da come veniva chiamato il paese di Calvi in antichità. La bevuta è impegnativa per la struttura e l’alcolicità, al palato il sorso è caldo e avvolgente.
Tutti i vini sono imbottigliati dopo circa un anno dalla fine delle lavorazioni per consentire la precipitazione tartarica e proteica e non si usano chiarifiche. Un po’ di metabisolfiti di potassio sono aggiunti al pre imbottigliamento.
Per ciascuna tipologia dei suddetti vini si producono circa 3.500 bottiglie quindi una produzione contenuta, che punta sulla qualità.